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Immagine del redattorePaolo Mirri

La corrente Cognitivo Costruttivista Post- Razionalista

Aggiornamento: 8 mar 2022


Prima di leggere l'articolo ti invito a guardare questo brevissimo video che integrerà molto ciò che leggerai in seguito.






Il modello Post-razionalista appartiene alla corrente Cognitivista Italiana di fine anni '80. Post-Razionalismo è un termine coniato dallo psichiatra Vittorio Guidano (1944-1999), nasce in contrapposizione al modello Psicanalitico, a quello Comportamentista e a quello Razionalista.


Prima di spiegarti gli aspetti portanti della corrente Post - Razionalista definiamo brevemente cos'è un "modello" in una scienza, in questo caso la psicologia.


Uno scienziato come lo Psicologo deve avere una prospettiva valida delle cose, non le può inventare dato che ha a che fare con la salute delle persone. Al contempo lo psicologo si ritrova a confrontarsi con un qualcosa di impalpabile e sfaccettato come la mente umana. Si ritrova quindi a dover dare una forma ad un qualcosa senza una forma "oggettivamente data".


Il modello è quella parte di teoria scientifica che serve a interpretare il mondo del paziente. A dare una spiegazione a cosa accade nella psiche altrui.


Per rappresentarti meglio cosa si intende per modello scientifico prova ad immaginarti una stanza con dentro un qualsiasi oggetto (che vuole essere la "mente umana"). La stanza ha tante porte chiuse a chiave e lo scienziato è fuori senza possibilità di entrare.


Il modello scientifico è il buco della serratura attraverso il quale lo scienziato potrà spiare dentro la camera, guardare da una prospettiva e da una particolare inclinazione l'oggetto all'interno. E mi verrebbe da dire: per giunta condizionato dalla qualità della sua vista e dalle motivazioni che lo hanno portato a spiare.


In questo articolo ti offrirò una prospettiva riassuntiva, ma spero sufficientemente esaustiva, di quello che è il paradigma Cognitivo Costruttivista Post-Razionalista (Guidano,1992). Quello che opero prevalentemente io nei miei studi a Livorno e Piombino.



Perché si chiama Post-Razionalismo?



Questo tipo di modello scientifico è particolarmente centrato sul creare un'organizzazione della persona. Studia quali sono le azioni psichiche che mettiamo in gioco per creare un senso di coerenza con noi stessi.


E' proprio questo il senso di "Post-Razionalismo", mentre nel cognitivismo Razionalista l'approccio è quello di correggere i pensieri irrazionali del paziente, nel Post-Razionalismo gli si crea un maggiore senso di unità personale, un maggiore senso di coerenza, continuità e completezza.


Questo avviene nell'analisi di ciò che gli accade sul momento, ovvero in una situazione problematica o sintomatica. Al contempo si lavorerà sul saper leggere vari aspetti fondamentali della sua vita.


Si tenderà infatti a ricostruire un senso di coerenza personale e non a destrutturare idee ritenute illogiche.



Il Costruttivismo Radicale nel Post-Razionalismo



Il modello di uomo al quale si rifà il Post-Razionalismo è quello di un individuo creatore attivo della propria realtà. Un essere che nella sua vita crea continuamente un senso di coerenza interna (autorganizzazione).


Questa percezione di noi stessi che ci creiamo influenza notevolmente l'attenzione che prestiamo agli eventi ce ci circondano, cosa scegliamo di notare e come li interpretiamo (Maurana & Varela,1980).


Il Costruttivismo è quindi una corrente di pensiero che sostiene una visione soggettiva della realtà da parte della persona.



autopoiesi costruttivismo
Rapporto individuo-realtà

In sostanza, secondo un Costruttivista, noi umani non percepiamo la realtà per come è "veramente" ma secondo le nostre lenti che abbiamo maturato nel corso della nostra vita.


In questa prospettiva quindi non "normalizzeremo" la visione delle cose della persona, ma in un lavoro congiunto, proveremo ad analizzare tutte le varie sfaccettature della sua realtà.


Il rapporto tra individuo e realtà, quindi, viene concepito come se fosse un'interpretazione "a senso unico", ovvero che non c'è un mutuo scambio di informazioni. L'individuo sulla base di come concepisce il mondo coglie alcuni aspetti di ciò che lo circonda e quindi dà una spiegazione su corde totalmente soggettive.


Questo aspetto di estrema soggettività chiaramente coinvolge pure lo psicoterapeuta. Anche lo psicologo è una persona e quindi pure lui ha una sua personalità, una sua realtà e quindi un modo non-neutrale di vedere le cose.


Su queste basi lo psicologo non può sapere cosa pensa o prova il paziente. Perciò è data l'impossibilità per lo psicoterapeuta di sapere cosa pensa, cosa prova realmente il paziente. Nella relazione Costruttivista (G.Kelly,1955), quindi, lo psicoterapeuta vestirà il ruolo del tecnico, mentre il paziente sarà lo scienziato di sé stesso.


Lo psicoterapeuta aiuterà il paziente ad orientarsi ed a lavorare meglio sulla sua realtà.


L'aspetto Cognitivista del modello.


Abbiamo descritto finora un essere umano interpretatore attivo di sé stesso e del mondo che lo circonda. Di conseguenza, data l'unicità della storia di ognuno di noi, i modi di costruire la realtà sono più o meno sette miliardi, ovvero quante sono le persone che popolano questo Pianeta.


Vittorio Guidano provò a fornire una cornice più concreta e cognitivista e creò dei modelli di personalità che sono un utile strumento per lo psicoterapeuta. Questo al fine di comprendere meglio il paziente che ha davanti.


Chiaramente non aveva alcuna velleità semplificatoria o, ancor peggio, di incasellamento, semplicemente ha creato delle specie di prototipi.


Guidano quindi si allaccia molto al concetto di Sé, ovvero la capacità che possiede l'individuo di autorganizzarsi per costruire una sua realtà che sostenga la sua autostima. L'individuo quindi, nel rapportarsi con la realtà, sceglierà quegli elementi che possano dargli un senso di coerenza con il proprio Sé.


Il Sé nel Cognitivismo Post-Razionalista non può essere concepito come una dimensione statica nel tempo, ma come un processo che inizia ancor prima della nascita (dai presupposti familiari e storico-culturali pre-natali) e termina con la morte dell'individuo.


Secondo Guidano, il Sé dell'individuo ha una struttura fondata su due livelli che dialogano in continuazione:


L'Io (livello tacito): E' quella dimensione nella quale risiede il riverbero emotivo dell'esperienza di vita. Corrisponde alle tonalità emotive di base che abbiamo sviluppato durante le nostre esperienze derivate dall'attaccamento alle figure genitoriali (da Bowlby,1982).


Il Me (livello esplicito): E' la dimensione di linguaggio interno che fornisce all'individuo una spiegazione dell'Io. E' il livello dei pensieri, delle credenze, delle concezioni del mondo.


Il Sé Vittorio Guidano
Il Sé Processuale

Nella vita accadono dei fatti, l'individuo si attiva sull'Io e li interpreta attraverso il Me. E questo accade continuamente, come abbiamo detto dalla nostra nascita alla nostra morte. Si crea quella che chiamiamo una trama narrativa. Ovvero la continua dialettica tra queste due dimensioni che costituiscono il nostro Sé. Attraverso questa dialettica noi organizziamo un Significato totalmente Personale su noi stessi ed il mondo che ci circonda.


L'esperienza di vita dell'individuo (la trama narrativa), in quest'ottica processuale, avviene su due livelli anch'essi in continuo dialogo (Ricoeur,1983):


Io sono me stesso (ipseità): senso di sé nel tempo. E' costituita dai riverberi emotivi momentanei che vanno concatenandosi. E' la capacità dell'Io e del Me di dialogare sul momento e ciò determina senso di persistenza nel tempo. Intesa un po' come "io nella vita mi sono evoluto ma sono comunque me stesso". Mi riconosco in me stesso. E' costituita dal sedimentarsi dei vissuti emotivi dell'individuo che egli interpreta come momenti di transizione personali.


Io sono me stesso nonostante l'altro (medesimezza): Se ho un'ipseità sufficientemente funzionante (quindi sono relativamente certo di sentirmi me stesso) posso operare un secondo passaggio, ovvero la demarcazione dall'altro. Io nel rapporto con gli altri resto me stesso e non ne sono assorbito. L'altro ha una differente identità rispetto alla mia. Io sono altro rispetto all'altro.


La qualità del funzionamento sopra descritto è determinata dalla tipologia e dalla sicurezza nella relazione primaria di attaccamento. Ovvero dal rapporto con i genitori che il bambino vive nei primi anni di vita e poi nel suo sviluppo.



Il sintomo psicologico nel Post-Razionalismo



In psicoterapia spesso ci confrontiamo con situazioni sintomatiche di vario tipo. La concezione del sintomo psicologico della psicologia Post-Razionalista si pone su un livello totalmente diverso rispetto a quella psichiatrica, nella quale il sintomo è visto come un problema organico.


Nella nostra corrente l'aspetto sintomatico emerge quando delle esperienze emotive (vissute dall'Io) non riescono ad essere integrate dal Me. La persona quindi proverà esperienze emotive ma gli donerà dei significati molto concreti e poco orientati a leggere la complessità delle relazioni che lo circondano.


La persona sintomatica quindi presenta un infruttuoso meccanismo di Ipseità e Medesimezza, ovvero nel mantenere una costanza del senso di Sé sull'immediato e a livello processuale.


sintomo post-razionalismo
Il sintomo nel Post-Razionalismo

Possiamo quindi dire che il sintomo è un processo cognitivo, è un'emozione o un complesso emozionale, che non viene riconosciuta per quella che è ma viene catalogata dal Me per i suoi aspetti più concreti.


Spesso il sintomo è legato a cambiamenti nella storia di vita, a situazioni che necessitano una lettura molto complessa, talora astratta, di quanto accade.


La persona vive emozioni forti durante dei cambiamenti importanti, il sintomo quindi serve a dare una coerenza (secondo la propria narrazione) laddove l'individuo altrimenti non la troverebbe.



Cosa facciamo in Psicoterapia



Nel Post - Razionalismo si opera al fine di ricostruire la trama narrativa della persona. Insieme al paziente analizziamo più o meno nel dettaglio cosa gli accade nella sua vita, le sue esperienze, mettiamo in luce i suoi riverberi emotivi e con il lavoro lo aiutiamo ad articolare significati più complessi a ciò che gli accade.


In sostanza lo orientiamo a costruire una dialettica più efficace tra Io e Me, ed al contempo si lavora sullo stabilire un migliore senso di continuità (medesimezza).


Questo avviene attraverso la tecnica operata nel colloquio clinico dallo psicoterapeuta che, via via, porterà il paziente a "ricucire" quelle discrepanze emotive che si era creato. Il sintomo, quindi, non sarà cancellato, verrà internalizzato, ovvero verrà vissuto come parte di Sé stessi e non come una malattia.


Il "trasformare" il sintomo in emozione porterà la persona a vivere le sue emozioni in modo meno drammatico, a viverle appunto per quello che sono: emozioni. Non malattie.


Tutto questo lavoro è inserito nel cambiamento che sta affrontando la persona, questa man mano che procederà nella psicoterapia, riuscirà a viverlo con una consapevolezza meno sintomatica. Il paziente riuscirà quindi a vivere con meno drammaticità le proprie oscillazioni emotive e quindi a donargli significati più complessi e meno dicotomici.


 

BIBLIOGRAFIA


Guidano V., (1992). Il Sé nel suo divenire. Bollati Boringhieri, Torino.


Maturana, HR., Varela FJ. (1980) Autopoiesis and Cognition. The Realization of the Living, Boston: Reidel


George A. Kelly, The Psychology of Personal Constructs, Volume 1, Norton, New York, 1955.


Bowlby J. (1982), Costruzione e rottura dei legami affettivi, Raffaello Cortina, Milano


Ricoeur P.: Time and Narrative. University of Chicago Press, Chicago, 1983. Trad. it.: Tempo e

racconto.Vol.1: Jaca Book, Milano, 1986; Vol.2: Jaca Book, Milano, 1987; Vol.3: Jaca Book,

Milano, 1988



 

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