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  • Immagine del redattorePaolo Mirri

Il disturbo ossessivo compulsivo

Aggiornamento: 22 apr



Che cos’è il disturbo ossessivo compulsivo?


L'ossessione, come suggerisce il nome, è un pensiero o un'immagine mentale che si inserisce nel flusso di coscienza dell'individuo provocando, in genere, un disagio soggettivo particolarmente rilevante. La persona che ne soffre intensamente la descrive come un qualcosa che entra nella sua testa, la percepisce come estranea al proprio modo di essere e sostiene che ciò avvenga al di fuori del suo controllo cosciente.

Spesso l'ossessione assume la forma di un dubbio logorante al quale l'individuo prova a rispondere col ragionamento razionale, perdendosi nei dettagli e provando forte ansia.


C'è da puntualizzare una cosa: un'idea che ci balena per la mente tutto d'un tratto e che non riusciamo a ricondurre a un qualche stimolo, ma che semplicemente viviamo come qualcosa di apparentemente casuale, non è un'ossessione.  Molte persone che vengono etichettate come ossessive, spesso ossessive non sono. Una persona molto ordinata, scrupolosa, controllata, che ha qualche “rituale” (che peraltro hanno quasi tutti, fa parte della natura animale, nemmeno soltanto umana...), o che è semplicemente dubbiosa, non è certo necessariamente ossessiva.


Il disturbo ossessivo-compulsivo provoca sofferenza soggettiva spesso marcata. L'ossessione spesso si ripete per molto tempo, la persona vuole evitarla e compie azioni o processi mentali (compulsioni) per scongiurarla, annullarla, talora sotto forma di veri e propri rituali. Chiaramente, una situazione del genere può causare una riduzione del proprio funzionamento nella vita quotidiana decisamente significativa.


I temi disturbanti delle ossessioni


Le ossessioni presentano spesso dei temi particolarmente disturbanti per la persona che ne soffre. Ne elenco qui sotto alcuni:


  • Contaminazione: entrare in contatto con sostanze o comunque con qualcosa di disgustoso o nocivo per la salute propria e/o degli altri.

  • Omosessualità: pensieri, fantasie, immagini a contenuto omoerotico che portano la persona al dubbio di poter essere attratto dallo stesso sesso.

  • Blasfeme: ossessioni centrate sul tema del vituperio della sacralità.

  • Perverse: pensiero o immagini disturbanti a carattere sessuale moralmente percepito come sconveniente o disgustoso.

  • Danno: il timore di causare un danno o di compiere un'azione (che sia finalizzata o una svista) che vada a danneggiare qualcuno.

  • Relazione o tradimento: dubbi sull'adeguatezza del proprio partner o dubbi su di sé, dell'esserne innamorato o attratto.

  • Autolesive: pensieri centrati sul procurarsi una qualsiasi forma di danno.

  • Superstiziose: a carattere magico.

Questi sono i temi ossessivi più comuni, chiaramente data la varietà di storie personali possiamo trovarci davanti a un qualsiasi tema percepito come ossessivo.


La colpa morale nel disturbo ossessivo-compulsivo


Nel disturbo ossessivo compulsivo vero e proprio troviamo un forte tema di colpa morale, soprattutto se la persona ha una personalità di questo tipo. La persona, se trasgredisce ai propri schemi morali particolarmente dicotomici, che permettono pochissime scale di grigio fra il bianco ed il nero, si percepisce come totalmente indegna o spregevole. Si applica quindi un giudizio particolarmente negativo.


Per spiegarmi meglio: è come se un’azione commessa, intesa anche come un pensiero percepito come impuro, possa essa stessa definire la persona stessa come globalmente colpevole. Come ossessivo quindi vado ad ipervalutare un dettaglio che sfugge dalle mie regole per definire me stesso, totalmente come persona. Ciò denota grande attenzione che la persona ossessiva pone ai propri processi mentali, ai propri princìpi e/o pensieri, tale che arriva a definirsi negativamente sulla base di un singolo pensiero o sul suo contenuto.

Come viene trattato il disturbo ossessivo compulsivo nel Cognitivismo


Nella corrente Cognitivo Comportamentale ci sono prevalentemente tre filoni di trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo. Te ne offro un’impressione:


  1. Nel Comportamentismo con le sue tecniche, si incide sulla Compulsione, mirando ad eliminarla per poi desensibilizzare l’ansia per le ossessioni.

  2. Nel Cognitivismo Razionalista (Beck A.T., 1976) viene instaurata una dialettica sugli schemi rigidi di colpa dell’ossessivo, portando alla luce i loro “errori cognitivi” e le discrepanze con la realtà.

  3. Nel Cognitivismo Costruttivista Post-Razionalista (Guidano V.F., 2008) la dialettica viene instillata nel soggetto stesso nel fargli elaborare emozioni che fino al momento della terapia erano considerate una sorta di tabù, nominandole, riconoscendole potrà infine attribuirsele e collocarle in una nuova scala di grigi che è il fluire di nostri sentimenti.


 

BIBLIOGRAFIA

Aaron T Beck, Principi di terapia cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi, Roma: Astrolabio, 1984 ed orig 1976


Guidano V.F. (2008) (a cura di G.Cutolo) La psicoterapia tra arte e scienza. V. Guidano insegna ‘come si fa' la psicoterapia cognitiva post-razionalista. F. Angeli ed. Milano


 

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