Il fenomeno Covid è un dramma a livello planetario. La pandemia ha colpito vari Paesi, i quali hanno reagito in modo diverso tra loro ed ha suscitato un’ampia polifonia di opinioni e messaggi su vari temi sanitari e politici che sono emersi durante questa pandemia.
Dal mio punto di vista, almeno in Italia, vi sono state voci più o meno ascoltate e ad alcune è stato donato un “megafono” più efficiente che ad altre.
La doverosa premessa è che, secondo me, nel nostro Paese ci sono state voci che sono state più amplificate di altre, come quelle dei Medici, e voci che hanno parlato molto meno e che sono state meno ascoltate, come quelle dei Filosofi, ed ancor meno degli Psicologi.
Come ulteriore premessa sottolineo che sono Psicologo e Psicoterapeuta, ma non propriamente uno Psicologo Sociale. Sono un Clinico che fa una riflessione.
In questo articolo esporrò la mia opinione sul perché dal mio punto di vista, sarebbe importante altresì una prospettiva umanistica. Dare voce quindi anche alla Filosofia e alla Psicologia, ed ovviamente mi esporrò solo sulla seconda.
Come mai questo silenzio della Psicologia?
Dato che l’uomo è un animale Cognitivo, spinto alla conoscenza, questa potrebbe essere la prima domanda che può “saltare” nella nostra mente. Ed ovviamente io, Paolo Mirri, la risposta non ce l’ho assolutamente.
Posso però nel mio piccolo provare a fare un ragionamento semplice: il contesto sociale ha reagito più alla (ragionevole) paura della morte provando a salvaguardare primariamente la salute fisica.
Questo meccanismo può essere utile, anche se molto parziale, sul momento del dramma, a livello squisitamente emergenziale, ma ovviamente risulta molto più problematico se lo concepiamo “spalmato nel tempo” su un fenomeno che potrebbe durare anni.
Se concepiamo la salute unicamente come un fenomeno da curare sul piano medico, ci perdiamo tutta una serie di elementi che influenzano le nostre scelte e che possono essere fondamentali per salvaguardare la salute stessa.
Voglio poi smuovere una riflessione sul fatto che la salute sia un tema fondamentale nella vita dell’individuo, ma non è l’unico. L’uomo vive fisicamente di salute fisica, ma polarizzandosi unicamente su questa poi si abbrutisce.
Il sistema socioculturale non è solo salute fisica, sono aspirazioni individuali, la religione, storie familiari, usanze e tradizioni, il lavoro, il mondo dell’arte, il gioco di adulti e bambini.
Psicologi: spostarsi dalle casistiche alla prospettiva socioculturale.
Ho la netta impressione che il mondo della psicologia più che riflettere sui temi abbia esposto delle casistiche. Quando espongo delle casistiche mostro le ripercussioni che un determinato fenomeno esercita su una popolazione di riferimento.
Bene che gli psicologi durante questo fenomeno Covid abbiano mostrato l’esacerbarsi di disturbi psichici ed esaltato il forte disagio emotivo della popolazione. Mostrando la casistica scatti una fotografia drammatica e proponi al mondo un’immagine a tinte piuttosto cupe. E’ vero che poi su questa immagine ci si possono tirare fuori ragionamenti operativi, speculazioni sulle cause, impressioni più o meno strutturate.
Resta il fatto che con una casistica mostri un’istantanea, ma non si scende nell’analisi del movente, ovvero: come possiamo essere arrivati a questo punto qui?
La casistica inoltre propone un bias (un errore) intrinseco nello strumento stesso: mostra una tendenza sociale, ma non scende in modo dettagliato ad esaminare caso per caso cosa ha smosso, a livello esistenziale, quei vissuti così drammatici.
In sostanza quindi sto dicendo che noi psicologi, nella comunicazione pubblica, siamo stati dei buoni fotografi, ma non altrettanto buoni investigatori.
Invece, quantomeno uno psicoterapeuta, deve sapersi fare delle domande, deve saper investigare per comprendere a fondo le ragioni di un determinato fenomeno.
Perché in un fenomeno apparentemente di appannaggio medico dovrebbero aprirsi anche il Filosofo e lo Psicologo?
Tutti sappiamo che una pandemia colpisce le persone primariamente sulla loro salute fisica. Le persone però appartengono ad un contesto gruppale chiamato “Società” e ciascuna società ha un proprio sistema di valori e delle regole più o meno esplicite alle quali fa riferimento.
Il contesto Socioculturale influenza notevolmente l’individuo, noi siamo cresciuti e siamo stati allevati secondo le regole più o meno esplicite che ci dona la nostra cultura.
Se vogliamo citare più o meno impropriamente la Psicanalisi, potremo dire che il contesto Socioculturale è una sorta di “contributo Superegoico” al nostro sistema di valori personali.
I "Valori" in una prospettiva Cognitivista Razionalista non sono semplicemente delle semplici "opinioni". Si parla di Valori come oggetti fondanti della nostra personalità, elementi che compongono le radici del nostro essere come persone e dai quali si smuovono le emozioni di base che proviamo nella vita (A.Beck, 1984).
In questa prospettiva quindi i Valori sono le lenti attraverso le quali interpretiamo noi stessi e il mondo. Ed in parte sono Socioculturali.
L’individuo si muove in questo contesto sociale, si confronta con il sistema di valori e di regole ed esprime dei propri comportamenti più o meno conformi al clima socioculturale nel quale si ritrova inserito.
Personalmente sottolineerei che vi è anche un altro sistema di valori: quello dello Stato. Lo Stato è fatto da individui scelti da noi che esprimono tramite le loro scelte il loro sistema di valori, che possono essere anch’essi più o meno conformi al contesto Socioculturale nel quale anch’essi sono inseriti.
E’ chiaro quindi che l’arrivo di un virus così contagioso e la risposta dello Stato così atipica rispetto a ciò cui eravamo abituati smuova il conflitto tra il sistema di valori individuale, quello Sociale e quello del Governo.
Lo studio della dialettica individuo-società, quindi, è un elemento fondamentale da studiare, in casi come questo perché ha un fortissimo impatto sulle scelte individuali e sulla comunicazione più o meno efficace data dalle Istituzioni.
In sostanza quindi se parliamo di Pandemia non trattiamo solo di un tema sanitario, ma di un fenomeno che si inserisce in un sistema molto complesso fatto di valori e di interessi individuali, sociali, politici; ed è qui dunque che è molto importante che si inserisca la riflessione Filosofica e Psicologica.
Per poter esplorare questa realtà (che si spera diventi presto “Post-Covid”..) è importante che lo psicologo assuma una prospettiva socioculturale. E’ sotto gli occhi di tutti che siamo in un momento di conflitto: un momento di conflitto tra “Pro-Vax” e “No-Vax”, prima c’erano gli aperturisti e i chiusuristi, in generale quello sulle decisioni individuali-collettive.
Quando vi è un conflitto ci sono sistemi di valori che stridono tra loro, e che devono vedere come convivere insieme.
Lo psicologo che si occupa di una lettura del fenomeno Covid secondo me si deve occupare di questo. E' dalla consapevolezza dei propri Valori che si arriva alla comprensione di quelli dell'Altro inteso come individuo e contesto sociale allargato; e quindi ad un vero interscambio ed alla cooperazione.
Dalla comprensibile paura per la salute, lo Psicologo dunque deve far rinascere i valori.
BIBLIOGRAFIA
Aaron T Beck (1984) Principi di terapia cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi, Roma: Astrolabio.
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