La questione psicofarmacologica è un tema importante nella psicoterapia. Spesso le persone guardano con un occhio di sospetto gli psicofarmaci perché vengono da un lato associati ad un concetto fantomatico, fuorviante ed ottocentesco di “Pazzia”, dall’altro sono visti come un qualcosa di necessariamente dannoso.
Ma gli psicofarmaci cosa sono in realtà?
Dietro questo alone inquietante c’è un mondo che ha fatto la storia della psichiatria moderna. Gli psicofarmaci sono stati un punto di svolta nella storia psichiatrica in quanto hanno permesso l’intervento sulla sintomatologia psichica a domicilio del paziente.
In questo articolo ovviamente non ti farò una lezione di psicofarmacologia, tratteremo il tema in modo molto divulgativo ed ampio, ti aiuterò a capire, molto brevemente, cosa sono gli psicofarmaci e poi ti spiegherò il mio approccio alla questione.
La differenza tra psicologo e psichiatra
Partiamo da un’importante premessa: sono uno Psicoterapeuta Psicologo. Ho studiato psicofarmacologia, ma non sono abilitato a somministrare farmaci di alcun tipo, e chiaramente non li conosco approfonditamente sul piano della biochimica.
Ho quindi “un’infarinatura di base” che mi permette di suggerire un supporto psicofarmacologico alla psicoterapia. In sostanza posso portare il paziente a riflettere se possa essere utile avvalersi di un percorso psichiatrico mentre fa la terapia con me.
Per i farmaci, quindi, c’è il medico, per gli psicofarmaci ancor meglio il medico Psichiatra. Questa puntualizzazione è molto importante, in quanto confondere i ruoli è foriero di equivoci e non porta ad un atteggiamento costruttivo verso i temi scientifici. In particolare quando si parla di atti volti alla salute dell’individuo.
Dunque, gli psicofarmaci cosa sono?
Sono farmaci come tutti gli altri le cui molecole agiscono anche su alcuni meccanismi cerebrali. Gli psicofarmaci agiscono sulla produzione dei neurotrasmettitori, ovvero quelle sostanze che servono alle cellule del sistema nervoso centrale per comunicare tra di loro.
Come ogni farmaco (e come molte sostanze) questi hanno possibili effetti collaterali e benefici che devono essere discussi con il medico psichiatra. La decisione sul dosaggio e sulla sostanza sarà un rapporto effetto collaterale/beneficio.
Gli psicofarmaci cosa sono? False credenze sugli psicofarmaci
Spesso si incede nella credenza che tutti gli psicofarmaci possano causare dipendenza. Di fatto solo alcuni hanno questo tipo di caratteristica, molti altri no. Comunque il fenomeno di una eventuale dipendenza si può trattare con lo Psichiatra.
Un’altra credenza o atteggiamento, stavolta pericoloso per la salute, è quello dell'auto dosaggio.
Il dosaggio di farmaci deve essere fatto solo ed esclusivamente in accordo col medico psichiatra in quanto è lui che riesce a comprendere il rapporto effetto collaterale/beneficio sopra citato.
Aumentare, diminuire, cambiare, sospendere dosi di farmaci senza un accordo col medico psichiatra è pericoloso per la salute, ed è cosa da non fare assolutamente.
Le classi di psicofarmaci possiamo dire che influiscono su:
Sintomatologia psicotica, ovvero un corredo di sintomi che porta la persona a discostarsi fortemente dalla realtà.
Ansia ed induzione/regolazione del sonno, tutta quella sintomatologia legata all’eccessivo stato d’allerta.
Attenuazione degli sbalzi di umore, quindi su impulsività ed oscillazioni repentine tra depressione e stati di agitazione.
Riduzione della sintomatologia depressiva.
Come mi oriento al possibile approccio farmacologico?
Personalmente considero lo psicofarmaco come un’opzione per orientarci al benessere del paziente. Come ogni “contributo tecnico esterno” alla psicoterapia valuto bene se ricorrerci o meno.
Non sono tra coloro che nega l’importanza dello psicofarmaco, anzi, penso che in alcuni casi sia molto importante e che possa fungere da aiuto al processo di psicoterapia. In altri casi invece no, conduco terapie nelle quali non propongo mai questo genere di supporto.
Il concetto quindi è che valuto caso per caso a seconda di molti fattori e contingenze.
In sostanza quindi considero l’intervento psicofarmacologico come un coadiuvante (un supporto) alla psicoterapia.
Non concepisco quindi l’intervento psicofarmacologico come una terapia, o peggio come “la” terapia", in quanto non produce un cambiamento profondo e sostanziale della persona. Questo però può essere un utile ed eventuale supporto per facilitare la terapia psicologica in alcune situazioni.
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