L'adolescenza spesso viene vista come una fase di transizione dalla fanciullezza alla giovinezza. E' solo una fase di transizione o c'è qualcosa di più? In questo articolo leggeremo l'adolescenza in una chiave molto vicina ad Erikson (1995) e proverò ad offrirti una visione un po' più ampia di questa particolare fase della vita.
La transizione
L'adolescenza è un periodo molto particolare e potremmo dire "di transizione" tra la fanciullezza e l'età giovanile. Fondamentalmente la persona inizia a strutturare tutto un modus vivendi da giovane adulto, inizia realmente a pensarsi come un adulto e a che tipo di adulto voler essere.
La cosa affascinante di questa fase della vita è proprio la scelta che la persona opera tra i vari criteri di adultità che concepisce ed il fatto che cerca in qualche modo di sperimentarli.
L'adolescente da un lato cerca di andare verso un modello ideale di adulto, dall'altro ne ha in parte paura perché ciò vuol dire fare un passo avanti rispetto a tutto il mondo di attaccamento ai genitori e, perché no, di aspettative genitoriali dalle quali è stato letteralmente pervaso fino a quel momento.
Perché dovrebbe essere problematica una cosa del genere? non basta prendere la propria strada serenamente senza farsi troppi problemi? Questa domanda potrebbe venire spontanea, magari sembrare un po' ovvia, e potrebbe disegnare l'adolescente come un "bamboccione" o una "ragazzina" un po' problematico o problematica che ha paura di compiere una serie di scelte. Vero, sembra facile, ma non lo è. Soprattutto in questo tipo di società non lo è.
In questo brevissimo articolo non mi dilungherò sulle tematiche sociali, che sono presenti e fondamentali per comprendere appieno il fenomeno attuale, ma cercherò di definire un po' meglio cosa significa per l'essere umano strutturare un'identità, sceglierla, sentire se questa gli calza, quanto gli calza e secondo quali criteri.
Una prospettiva più ampia dell'adolescente
L'essere umano è un animale mammifero e come tale ha un determinato funzionamento e una determinata crescita. Rispetto agli altri animali l'uomo ha una crescita molto più lenta e guadagna una sua autonomia in continuità con la maturazione della sua identità personale. Si, l'uomo è un animale mammifero che deve maturare l'identità e il pensiero.
Nell'adolescenza che succede? da un mondo infantile di fantasie e di castelli in aria il giovane inizia a creare un'impalcatura a questi castelli. Le fantasie che si è creato da bambino iniziano a prendere concretezza e a plasmarsi con la realtà, talora impattano notevolmente, entrano in aperto conflitto o mostrano il loro lato controverso o irrazionale e la cosa è una delusione e la fantasia viene rivisitata, aggiornata, ricostruita su basi più solide.
Per maturare delle fantasie più concrete, bisogna maturare un senso del futuro, una progettualità, un modus operandi che non sia più quello di un bambino ma che si sappia adattare al contesto sociale, bisogna quindi maturare una consapevolezza sociale. L'identità è anche questo, è acquisire un ruolo, capire chi vogliamo essere, cosa vogliamo fare per i nostri scopi e cosa è importante per noi stessi. E ciò è importante, se non fondamentale per donare concretezza alle fantasie.
Un aspetto che salta all'occhio quando si affronta il tema dell'adolescenza è sicuramente il rapporto tra adolescente e genitore, spesso travagliato. Con le osservazioni che sto per fare non voglio riversare tutte le "responsabilità" sull'adolescente, chiaramente i fatti sono molto complessi e non trovano una spiegazione soltanto analizzando il comportamento di una persona, vanno inseriti nella sua rete sociale per trovare un minimo di comprensione.
L'adolescente per poter guadagnare un senso d'identità deve fare alcune cose:
Da un lato sarà portato a provare vari modi di essere, cambierà piuttosto repentinamente gusti, sembrerà talora molto rigido e talora estremamente incoerente, esaspererà le sue emozioni, inizierà a portare in pratica un po' da "neofita" l'essere adulto. Dall'altro lato l'adolescente dovrà prendere una distanza dai genitori. La distanza dai genitori la prendono un po' tutti gli animali, questo è vero, ma per l'essere umano è un percorso complesso e travagliato. L'uomo dovrà non solo ridiscutere (e vedere se gli va bene quindi) il ruolo che gli è stato dato dalla famiglia, ma ricercare un nuovo posto nella società, trovare il modo per incontrare figure di attaccamento sufficientemente buone e sicure là fuori. Per trovare queste cose dovrà procedere spesso... per prove ed errori, come fanno tutti gli esseri viventi.
Immaginiamoci l'adolescente come un canarino un po' speciale, abbastanza maturo che deve spiccare il volo dal nido: questo uccellino per spiccare il volo in sicurezza deve saper volare, ma per trovare un posto là fuori e saper fare un altro nido è necessario che abbia la coscienza di chi sia al di sotto del suo piumaggio giallo.
BIBLIOGRAFIA
Erikson, E. (1995). Gioventù e crisi d’identità. Roma: Armando Editore.
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