Un fenomeno particolarmente riconosciuto è l’oppositività, la rabbia e l’aggressività in adolescenza. Questo periodo della vita infatti rappresenta una transizione spesso non indolore tra la fanciullezza e l’età adulta.
L’adolescente spesso si mostra oppositivo nei confronti delle figure genitoriali, presenta richieste e comportamenti che da bambini non c’erano o che comunque erano molto più sullo sfondo. L’irruenza adolescenziale quindi diventa un tema abbastanza frequente nelle famiglie. In questo articolo voglio affrontare questo argomento secondo una prospettiva più cognitivista (sulla base della teoria di Erickson, 1995, proporrò una lettura di questi tipi di comportamenti). Andremo poi a vedere l’opposto, ovvero quando rabbia e aggressività in adolescenza sono totalmente assenti, e vedremo, infine, un cenno di come questo fenomeno assume una dimensione in psicoterapia.
Le cause
Faccio una dovuta premessa prima di iniziare: le cause di qualsiasi tipo di comportamento sono ascrivibili alla storia personale del paziente. Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Pertanto in tutti questi punti descriverò questi fenomeni “a maglie larghe”, rimarcando il fatto che all’interno di questi vi è una variabilità individuale immensa.
Vediamo quindi il cosa avviene in caso di un comportamento aggressivo, rabbioso o oppositivo in adolescenza.
Rabbia e aggressività in adolescenza: la critica dei modelli genitoriali
L’adolescente si trova in una fase di crescita nella quale deve maturare un senso di identità sufficientemente stabile. Ovvero, deve fare il punto della situazione con sé stesso su chi è stato ma, soprattutto, su chi vorrà essere, donando un po’ di concretezza a tutta una serie di personaggi che si ritrova ad interpretare in quell’età.
Per poter fare tutto ciò, per avere una crescita più concreta, dovrà rapportarsi con le sue figure genitoriali e trovare una demarcazione da queste. In sostanza, le dovrà esporre a critica per capire quali sono gli aspetti che maggiormente lo identificheranno da adulto. Questa critica dei modelli genitoriali spesso avviene su un piano piuttosto concreto, ovvero quello dello scontro. Ciò avviene nei confronti di ambo i genitori, talora con una preferenza nei confronti del genitore omologo (ovvero quello appartenente allo stesso sesso dell’adolescente).
Non tutti gli adolescenti sono oppositivi
Chiaramente questa caratteristica può essere più o meno marcata ed orientarsi anche su alcuni aspetti parziali della relazione genitore-figlio. E’ però abbastanza particolare la situazione nella quale questi comportamenti siano quasi totalmente assenti. E’ possibile infatti che l’adolescente non metta in gioco tutta una serie di comportamenti oppositivi e non riesca a “differenziarsi” dalle figure genitoriali.
Questo aspetto chiaramente non va visto come una condizione necessariamente duratura, possibile che questa demarcazione intervenga dopo, ad esempio durante la giovinezza. Soprattutto nel nostro contesto sociale è sempre più comune che l’adolescenza si protragga, a strascico, anche dopo i vent’anni e che la persona risolva molto più tardivamente le sue dinamiche adolescenziali.
Rabbia e aggressività in adolescenza: come si interviene con la psicoterapia?
Nella psicoterapia come agiamo sul comportamento aggressivo o rabbioso dell’adolescente?
Abbiamo visto come l’oppositività sia particolarmente legata a fattori identitari. Come nella maggior parte delle sedute lasciamo libero l’adolescente di parlare delle emozioni e dei vissuti, delle ansie, che possono trovarsi dietro i comportamenti di questo tipo, in modo che possano essere affrontati in modo costruttivo in terapia. L’obiettivo non sarà eliminare il comportamento oppositivo ma, a grandi linee, sostenere l’adolescente nel suo percorso di “scelta” sul piano identitario.
BIBLIOGRAFIA
Erikson, E. (1995). Gioventù e crisi d’identità. Roma: Armando Editore.
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